ADULTI
BAMBINI
ADOLESCENTI
GENITORI
L’E.M.D.R. è un metodo psicoterapeutico che consente la desensibilizzazione e il riprocessamento di eventi traumatici con la “T” maiuscola, che possono mettere a rischio l’incolumità fisica propria o di persone molto vicine (come lutti, suicidi, abusi, maltrattamenti, aggressioni, rapine, catastrofi naturali, malattie) e di eventi traumatici con la “t” minuscola, che mettono a rischio l’immagine positiva di sé, delle proprie capacità e della propria identitá (traumi relazionali).
La validità e l’efficacia del metodo EMDR è stata riconosciuta, oltre che dall’osservazione clinica, dalla ricerca scientifica e dalle più accreditate Associazioni internazionali, come l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’American Psychological Association, il National Institute of Clinical Excellence.
Il modello teorico alla base dell’EMDR è l’AIP (Adaptive Information Processing), secondo il quale ogni esperienza che viviamo, positiva o negativa che sia, viene immagazzinata nel nostro cervello, in modo che le informazioni ad essa associate (immagini, pensieri, emozioni e sensazioni) siano regolarmente elaborate in modo naturale, permettendo all’evento di essere integrato con altri ricordi precedentemente archiviati e di far parte di una rete adattiva di informazioni.
Quando questo accade, riusciamo a collocare l’esperienza nel passato, distinguendo i vissuti che la caratterizzavano dai vissuti attuali e attribuendole un significato alla luce delle altre esperienze di vita. Tutti i ricordi sono collegati tra di loro in modo armonico e gli strumenti che si hanno a disposizione per affrontare situazioni e sfide future sono il frutto di un apprendimento su noi stessi, sugli altri e sul mondo. Ad ogni nuova esperienza, si creano nuovi collegamenti tra le reti neurali del cervello, attraverso i quali vengono rivisitate le dimensioni del passato, del presente e del futuro e vengono attribuiti nuovi significati alle tappe della storia personale.
Questo processo avviene a partire dall’inizio della vita di ciascun individuo, per cui le prime esperienze che vengono immagazzinate sono rappresentate, in gran parte, dalle interazioni con le figure di riferimento dell’infanzia, in primo luogo i genitori. Le modalità in cui si articoleranno tali relazioni forniranno la chiave di lettura per le esperienze successive, per cui la sensibilità e la responsivitá dei genitori ai bisogni del bambino saranno fondamentali perché in lui si formi una rappresentazione, positiva o negativa, di sé, degli altri e della vita in generale.
Secondo questo modello, quindi, ogni essere umano nasce con la capacità innata di elaborare eventi traumatici, che puó essere, peró, affinata o ostacolata dalle prime relazioni infantili. Quando i bambini sperimentano, in ambito familiare, la trascuratezza, l’abuso, le umiliazioni o la perdita, le emozioni e le sensazioni provate sono così forti, che restano immagazzinate nella parte “emotiva” del cervello (il cervello limbico), generando sintomi e comportamenti disfunzionali. La parte “pensante” del cervello (la corteccia) non si connette con il cervello limbico e non può discriminare il passato dal presente, né riflettere sull’esperienza in modo utile e costruttivo. Bisogna, inoltre, considerare che nel bambino la corteccia non é completamente sviluppata e questa funzione riflessiva viene svolta dagli adulti significativi, che verranno a costituire un modello di riferimento, rispetto all’intrepretazione della realtà e alle strategie per affrontarla.
Se tali adulti non svolgono questa funzione, si crea una condizione di vulnerabilità nel bambino, che influenzerá negativamente sia la sua capacità di elaborare gli eventi, che si bloccherá, sia il suo intero sviluppo, a livello cognitivo, emotivo e sociale. In questi casi, l’elaborazione fisiologica non avviene, il ricordo persiste isolato dalle altre reti di memoria e mantiene intatte le caratteristiche del momento in cui é avvenuto il trauma (pensieri negativi, immagini, emozioni e sensazioni disturbanti). Per la persona diventa difficile o impossibile rapportarlo ai sintomi e alle difficoltà attuali o, a volte il ricordo può essere totalmente ignorato dalla coscienza. Questi avvenimenti rischiano di condizionare l’intera vita, poiché si oscilla continuamente tra presente e passato, con una grande difficoltà a orientarsi nei progetti futuri.